Cari amici vi ringrazio dell’attenzione dedicata alla mia avventura sportiva verso Rio 2016 e riservo gli auguri di Natale all’Associazione Italiana per lo Studio dell’Osteosarcoma (AISOS).
Fu proprio l’osteosarcoma che mi colpì da piccolo. È un male ad alto grado di malignità che colpisce l’età infantile e adolescenziale. La ricerca mi ha salvato e in questi ultimi dieci anni sta restituendo il futuro a un numero sempre maggiore di bambini. I miei figli hanno un padre con cui passare il Natale e vorrei che gli occhi dei bambini di oggi malati di osteosarcoma potessero brillare di gioia e salute. È per loro che correrò a Rio nel 2016.